venerdì 13 novembre 2009

Romania, Novembre 1987, Parte Prima.




Novembre 1987, il Muro di Berlino è ancora saldo, ma le prime crepe incominciano a manifestarsi nell' Europa dell' Est, grazie anche all' azione di Papa Giovanni Paolo II°, Lech Walesa e Ronald Reagan.
La Romania invece sta vivendo uno dei momenti più bui della propria storia, dopo che il bieco dittatore Nicolae Ceausescu, che controlla capillarmente tutto il paese attraverso la Securitate ha deciso di pareggiare la bilancia dei pagamenti esteri facendo gravare il tutto sul Popolo Rumeno, attraverso una serie di limitazioni e privazioni che toccano il settore energetico e l' alimentazione. Elettricità e combustibili vengono razionati a tutti, ospedali compresi, salvo rarissime eccezioni riguardanti gli alti esponenti del PCR, Il Partito Comunista Rumeno. Il popolo è quasi alla fame, e mentre Nicu Ceausescu usa gli aerei militari per farsi portare la birra preferita dagli USA, la Budweiser, nel paese non si trova quasi nulla, ci si fa la doccia con l' acqua fredda e si va a dormire vestiti.
La situazione è completamente differente da quella che trovai nel mio primo viaggio, a 17 anni, nell' Agosto del 1972, quando, per svariati motivi, il paese era il più ricco dell' Europa comunista.
Primo motivo tra tutti era il carattere di questo popolo neo-latino: gran lavoratore, dedito alla famiglia, ospitale e solidale. In secondo luogo, gli speciali rapporti con gli Stati Uniti di Nixon, che in funzione antisovietica incominciò ad offrire milioni e milioni di dollari in prestito al regime. Dollari che però finirono spesso nei conti di Nicolae e sua moglie Elena, di pochi fedelissimi della Corte o usati per la causa palestinese dell' amico Arafat o per esportare il regime in altre nazioni, come la Repubblica democratica del Congo di Mobutu.
Dunque, la situazione nel 1972 era ottima: diverse località di vacanza estiva erano piene di turisti, non solo stranieri, ma anche rumeni: alberghi di qualità superiore rispetto allo standard comunista erano sorti in diverse località come Mamaia, Eforie Nord e Sud, Venus, Jupiter, Saturn, Olimp, Neptun, Mangalia e Costinesti. Tra gli stranieri, i più numerosi erano i tedeschi per la forza del Marco, e gli italiani per la bellezza delle donne locali, a volte costrette ad una forma di prostituzione in cambio non solo di soldi (fiorentissimo allora era il mercato nero, ed il Leu, la moneta locale, poteva essere cambiato fino a 10 volte il proprio valore), calze da donna, profumi ma anche e soprattutto vaghe promesse di matrimonio, l' unico modo per scappare in Occidente. Promesse spesso poi non mantenute, cosa che, insieme alla cattiva fama del nostro comportamento, contribuirono a costruire una pessima nomea sugli Italiani.
Però io mi trovai subito bene, feci subito molte amicizie, ed incominciai a conoscere e studiare non solo la Cultura Rumena, che avevo incominciato ad apprezzare già in Italia con le letture di Codreanu, Horia Sima e Eliade, ma anche a spiare e valutare il comunismo da vicino, cosa che era lo scopo del mio viaggio. Per testimoniare come fosse lontanissima dalla realtà la visione idilliaca prospettata in Italia del comunismo dal volto umano, che non è mai esistito e mai esisterà. Come vedremo infatti in questi miei post che dedicherò all' anniversario della Rivoluzione Rumena, il comunismo è solo sinonimo di sangue, morte, miseria, distruzione, povertà e tirannia.

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti saranno pubblicati se non conterranno parolacce, bestemmie, offese verso presenti ed assenti. Grazie.
Comentariile vor fi publicate daca nu contin jigniri,injuraturi sau orice alt fel de injurie sau afront la adresa persoanelor prezente sau absente.Multumesc.